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Un viaggio tra storia, natura ed eccellenze gastronomiche, alla scoperta di Ferrandina e del suo territorio. Il tour inizia nel cuore del borgo, tra palazzi storici, chiese secolari e il suggestivo Convento di Santa Chiara. Il Museo Civico Archeologico offre un’immersione nella storia millenaria della città, mentre la Chiesa di San Domenico, con la sua iconica cupola maiolicata, domina il panorama.
Il secondo giorno si parte per un’escursione tra i Calanchi, un paesaggio lunare unico, per poi rientrare e lasciarsi guidare dai sapori autentici della Basilicata. Frantoi, forni tradizionali, pasticcerie e masserie raccontano attraverso i loro prodotti la cultura e l’identità del territorio. Un weekend tra arte, natura e gusto, in un luogo che conserva il fascino delle radici e la bellezza dell’autenticità.
Itinerario
La più antica chiesa di Ferrandina. Costruita probabilmente a partire dal 1490, presenta una austera facciata in stile romanico-pugliese, con tre portali in pietra, sormontati da altrettanti rosoni e tre cupole bizantineggianti. Conserva all’interno una statua lignea della Madonna con Bambino del 1530 e, nell’abside, ai lati del coro, due statue lignee dorate raffiguranti Federico d'Aragona e Isabella del Balzo, opera dello scultore Altobello Persio. Sopra la porta della sagrestia è collocata l’aquila bicipite, in legno dorato, custodia del Legno Santo di Croce, giunto, secondo la leggenda, tramite donazioni al regnante di Ferrandina, dopo che Sant’Elena lo aveva riportato da Gerusalemme.
Salendo l’ultima rampa di Scalinata Marconi rivela alla vista quella che un tempo fu la Cittadella e che oggi è la Piana, il primo nucleo abitativo rinascimentale racchiuso dalla prima cerchia muraria della città.
Il Convento di Santa Chiara, oggi contenitore culturale e sede del Museo Comunale “Civiltà Contadina e Mestieri Antichi", e la chiesa ad esso annessa. Composta da un’unica navata, si lascia ammirare per l’altare maggiore in legno policromo, opera di Antonio Paradiso da Picerno, completato dalla pala di Andrea Miglionico che raffigura il “Trionfo di Santa Chiara". Di pregio anche l’Immacolata attribuita al Solimena e una “Crocifissione” di Pietro Antonio Ferro, ultima opera del pittore attestata a Ferrandina.
è una delle dimore signorili più antiche e importanti dell’abitato: Palazzo D’Amato Cantorio, il cui primo nucleo risale alla prima metà del ‘500. A fargli buona compagnia una serie di altri palazzi gentilizi a imperitura memoria dello splendore passato della Cittadella.
In fondo alla via, svetta imperiosa la cupola della Chiesa di San Domenico che sorveglia dall’alto tutta la città: la prima sagoma che si cerca con lo sguardo quando si arriva e l’ultima quando si parte. Con le sue caratteristiche maioliche verdi, è da sempre il simbolo di Ferrandina. Risalente al 1517, fu ristrutturato in forme barocche e completato nel 1760. Decorata a stucchi dal Tabacchi, conserva dipinti di Samuele Tatulli e Francesco Caivano che rappresentano i santi dell’ordine, oltre che la statua del Cristo morto, a cui è legata la devozione dei riti della Setti¬mana Santa. Conserva dipinti di scuola napoletana, un organo seicentesco funzionante, un coro ligneo e un altare maggiore con marmi policromi. Particolarmente interessanti risultano i sotterranei affrescati, destinati alla sepoltura dei frati.
Il MAFE – Museo Civico Archeologico di Ferrandina è il luogo dove la millenaria storia del territorio prende vita grazie a un percorso espositivo interattivo e immersivo. Nato dal progetto “FArch – Ferrandina Archeologica”, frutto della collaborazione tra UniBas-DiSU, Soprintendenza ABAP della Basilicata e Comune di Ferrandina, il museo custodisce e rende patrimonio comune importanti ritrovamenti archeologici, sia recenti che del passato.
Le ultime campagne di scavo hanno riportato alla luce una necropoli di età arcaica del VII secolo a.C. e i resti di un frantoio di età lucana risalente al IV secolo a.C., testimoniando l’antico legame tra Ferrandina e la sua vocazione olivicola. Questo profondo rapporto con l’oliva Majatica è evidente anche nel frantoio di Località Sant’Antonio Abate, dove gli scavi del 2007 hanno restituito lastre pressorie (arae) e quelli del 2019 hanno individuato carporesti di olive, confermando il binomio indissolubile tra la città e il suo prodotto simbolo.
Il percorso museale del MAFE si articola in quattro sale tematiche. La prima è dedicata a “Ferrandina e la sua storia millenaria”, mentre la seconda approfondisce “L’epoca lucana nel territorio di Ferrandina”. La terza sala racconta “Il Castello di Uggiano e la fondazione di Ferrandina”, e la quarta, intitolata “Ferrandina e il suo territorio”, esplora l’identità agricola locale, con un focus sulle eccellenze dell’olivicoltura e sulla produzione dell’olio extravergine e delle pregiate olive nere infornate, presidio Slow Food.
Grazie a un’esperienza di fruizione innovativa, il MAFE offre un viaggio nel tempo tra reperti archeologici, installazioni multimediali, schermi touch-screen e la MAFE VR Experience, che permette di immergersi nella storia e nelle tradizioni del territorio, rendendo la visita un’esperienza coinvolgente e unica.
Oggi Chiesa della Madonna del Carmine): la prima costruzione domenicana nel territorio urbano dopo l’abbandono di Uggiano, il complesso fortificato di cui restano solo pochi ruderi, in una collina poco distante da Ferrandina. Dell’adiacente convento del Purgatorio rimane pochissima testimonianza. A venirci in soccorso ancora una volta è la toponomastica; di quello che fu il chiostro rimane traccia solo nella denominazione del grumo di case poste alle spalle della chiesa: ‘u gnostrė. La facciata principale con molta probabilità ha ereditato da Uggiano l’originario portale in pietra, al centro del quale è posto lo stemma della famiglia Del Balzo. All’interno della chiesa si conserva l’antica porta in legno intagliato del XVI secolo, che la tradizione vuole appartenuta al primitivo edificio dei domenicani a Uggiano, oltre che “L’Apparizione della Madonna a San Giacinto” datata Saponariensis 1606 e una tela raffigurante “La Trinità e San Vincenzo Ferreri” di Antonio Sarnelli.
Di tesori da scoprire e da ammirare Ferrandina ne possiede ancora tanti: il convento di S. Francesco, le chiese dell’Addolorata, S. Giuseppe e dei Cappuccini, le cappelle rurali (Madonna dei Mali, S. Antonio Abate, Madonna della Consolazione) e rupestri (Madonna della Stella). E l’elenco potrebbe continuare. Se poi dai beni storico-monumentali si passa alle prelibatezze della tavola di “buone” ragioni per conoscere Ferrandina ce ne sarebbero molte altre.Potremo terminare la nostra giornata con due soste golose, presso una delle pasticcerie che producono il famoso “Sospiro” di Ferrandina, dolce di pan di spagna farcito con crema pasticcera e glassato, e presso un liquorificio locale che produce deliziosi amari e rosoli dalle erbe raccolte sul territorio, con metodo artigianale, prima di terminare con la cena in uno dei tanti ristoranti tipici della città, che riserva sorprese culinarie per tutti i palati.
Si parte alla mattina con un’escursione ai Calanchi, un vero e proprio paesaggio lunare che caratterizza gran parte dell’area meridionale e orientale della Lucania. Formatisi grazie al lavoro di erosione millenaria esercitato dall’acqua sulle rocce argillose, questi paesaggi desertici e singolari sono diventati una delle attrazioni più interessanti della Basilicata, originando festival e teatri all’aperto, oltre a ispirare numerose Produzioni Cinema e TV che le hanno scelte come location ideale per film e spot pubblicitari.
I ruderi del Castello di Uggiano si trovano su una collina isolata a circa 2,5 km a nord-ovest di Ferrandina. Grazie alla sua posizione strategica, il sito dominava importanti vie di comunicazione e aveva un valore difensivo e agricolo. Le prime tracce di insediamento risalgono al IV secolo a.C., con evidenze di fortificazioni lucane. Le prime menzioni storiche del castello risalgono al 1029, quando fu assediato da pirati saraceni. Nel 1068 fu conquistato da Roberto il Guiscardo e divenne parte del Ducato di Puglia e poi del Regno Normanno. Tra il XIII e XV secolo, il feudo appartenne ai Sanseverino e poi ai Del Balzo, fino alla sua confisca da parte di Federico d’Aragona nel 1487. Quest’ultimo fondò Ferrandina, favorendo il progressivo abbandono di Uggiano. Attualmente, i resti includono un portale gotico, torri difensive, cortili, pozzi e ambienti residenziali. La ricostruzione della struttura medievale è basata su documenti storici, tra cui un inventario del 1489 che descrive in dettaglio il castello. Il sito è oggi minacciato dall’erosione e dall’abbandono, complicando ulteriori studi archeologici.
Ecco alcune delle soste golose che consigliamo:
- “Sospiro” di Ferrandina, dolce di pan di spagna farcito con crema pasticcera e glassato.
- Un liquorificio locale che produce deliziosi amari e rosoli dalle erbe raccolte sul territorio, con metodo artigianale
- Un frantoio locale che ci permetterà di conoscere la famosa Oliva Majatica di Ferrandina e il suo processo di trasformazione in Olio d’Oliva Extravergine
- Friselle dolci (tipiche a Pasqua), taralli e focacce
- Un’antica Masseria vicino il Castello di Uggiano, da sempre centro caseario, che produce il famoso Caciocavallo Podolico
- Un birrificio artigianale locale
Per chi desidera prolungare l’esperienza, Ferrandina si rivela un punto strategico per visitare altre meraviglie della Basilicata. A breve distanza si trovano mete imperdibili come:
- Matera, Patrimonio Unesco già Capitale Europea della Cultura 2019, tra le città più antiche al mondo
- Miglionico, il centro storico con il Castello del Malconsiglio
- Montescaglioso, con l’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo
- Pisticci, la Città Bianca
- Bernalda, il centro storico e il Castello
- Pomarico, centro storico col Palazzo Marchesale
- Irsina, la Cattedrale con la statua di Sant’Eufemia del Mantegna
- Grottole, con la chiesa Incompiuta e il progetto Wonder Grottole
- Grassano, il centro storico e il Castello
- Tricarico e il centro storico arabo-normanno
- Stigliano, città di Calanchi e di Murales
- Craco, la città abbandonata
- Aliano, la Casa Museo di Carlo Levi
- Tursi, il centro storico arabo (la Rabatana) e il Santuario di Santa Maria di Anglona
- Castelmezzano e Pietrapertosa, due splendidi borghi sulle Dolomiti lucane
- Pietragalla, il Parco dei Palmenti
- Acerenza, la città-Cattedrale
- San Mauro Forte, il borgo medievale con la Torre Normanna
- Accettura, paese del “Maggio” un antico rito arboreo che è stato definito “tra le 47 feste più belle del Mediterraneo”, patrocinato dall’Unesco
- Metaponto, Museo Archeologico Nazionale con il Tempio delle Tavole Palatine
- Policoro, Museo Nazionale Archeologico della Siritide
- Le meravigliose spiagge del litorale Jonico
FAQs - One Day Tour Ferrandina
No, il tour è libero e non richiede prenotazione. Puoi esplorare la città in autonomia seguendo le tappe suggerite.
Sì, è possibile richiedere la disponibilità di guide turistiche autorizzate contattando il numero +39 380 781 7889 Antonio Pecci.
No, tutti i siti inclusi nell’itinerario sono visitabili gratuitamente.
La durata è flessibile e varia dalle 2 alle 4 ore, a seconda del tempo dedicato a ciascuna tappa.
Il percorso è adatto alla maggior parte delle persone, ma alcune aree storiche con scalinate potrebbero presentare difficoltà per chi ha esigenze di mobilità particolari.